Ne è derivata un’esperienza breve, intensa ed interessante, sulla quale mi è apparso opportuno compiere una riflessione, partecipandola ai lettori del blog .
Tutti ben sanno che genitori si diventa e nessuno c'insegna ad essere tali, s’impara quotidianamente, ma da tempo ci sono dei validissimi supporti che, all’occorrenza, sono un aiuto di non poca importanza, è necessario però conoscerne l’esistenza per usufruirne, è altrettanto importane non nascondere o sottovalutare eventuali delicati problemi dei nostri figli.
Il titolo del convegno era: ”Come leggere i segnali di “allarme” in età evolutiva”.
Ad esso c’è stata una nutrita partecipazione di educatori e di genitori che hanno ascoltato con interesse gli interventi di due Neuropsichiatri: il Prof. Roberto Militerni ha parlato di alcuni aspetti dell’infanzia e dell’età prescolare, sottolineando l’importanza di una buona salute mentale in età infantile come presupposto per una vita adulta sana e ribadendo che la neuropsichiatria può essere usata come prevenzione nello stato infantile, cercando con essa gli eventuali sintomi che denunciano un disagio.
Il Prof. Camillo Vittozzi si è soffermato sui comportamenti dell’età scolare e dell’adolescenza, evidenziando i fattori di rischio che determinano una sofferenza organica del cervello; egli ha parlato della grande capacità di recupero dei bambini in seguito a danni cerebrali subiti.
Anche il prof. Vittozzi ha sottolineato l’importanza della prevenzione, facendo attenzione ad ipotetici eventi traumatici che possono diventare causa di una depressione patologica che porta a disinteresse, noia, incuria dell’igiene e della persona, scarso rendimento scolastico e via dicendo. Chi cade in tali situazioni, spesso ricorre all’automedicazione con alcol e droghe. Gli effetti in molti casi sono l’asocialità o il suicidio e le statistiche di tali eventi in età giovanile riportano dati preoccupanti.
Alle loro brevi, se pur chiare relazioni, hanno fatto seguito gli interventi della Pedagogista Dott. Epifania Gimmelli che ha illustrato alcune strategie psicopedagogiche e della Psicologa Dott. Carmen Guarino che ha riferito come opera lo psicologo con i bambini.
La pedagogista ha parlato della famiglia come nido fondamentale per osservare e conoscere il bambino e quindi poter capire i segnali di eventuali disagi. “La cooperazione dei genitori con esperti – diceva la dottoressa – favorisce la possibilità di decodificare determinati atteggiamenti assunti dai bambini per formulare indirettamente delle richieste”.
Riprendendo i temi trattati dagli esperti prima di lei, la psicologa rimarcava alcune dinamiche di cooperazione tra esperto e paziente, spiegando la figura dello psicologo per l’infante ed illustrando alcuni percorsi di relazione tra essi che, attraverso l’ascolto e il dialogo portano ad un’azione risolutrice di patologie.
Dopo un breve dibattito, la dottoressa Nanda Santoro (Sociologa-Pedagogista e Presidente Provinciale della Federazione Italiana Scuole Materne) ha tratto le conclusioni, rimandando a successivi incontri per approfondimenti ed eventuali interventi richiesti sul territorio provinciale, che si possono disporre proprio per aiutare genitori e strutture formative a determinare i problemi delle giovani generazioni.
Pietro Zambrino
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